É una questione di personalità. Di certo questa non viene a mancare quando si parla di Marco D’Aquino, nato e cresciuto a Firenze. É stato cosi sin dall’inizio, quando suo fratello l’ha introdotto nei meandri della musica elettronica.
Un qualcosa che Marco ha subito accolto con entusiasmo e creatività, mantenendo, ancora oggi, un atteggiamento meravigliosamente aperto.
La Techno e l’House sono stati indubbiamente i suoi punti di partenza che avevano però necessità di collidere con sospensioni ambient aeree, sperimentalismi destrutturati e visionari riferimenti electro del nuovo millennio. Flessibile, giocoso e intenso. Passare per la strada più facile seguendo i gusti e le mode del momento è semplicemente proibito.
Dopo una serie di interessanti uscite a partire dal 2010 (la maggior parte di queste sulla brillante Bosconi records), nel settembre 2016 Numbers— co-fondata da Jackmaster a Glasgow— lo chiama per realizzare un EP: questo significa raggiungere la Premiere League della musica elettronica e da club, qualcosa che Marco stava già vivendo da tempo. Infatti, il suo progetto Life’s Track, portato avanti in collaborazione con il suo intimo amico Herva, aveva già raggiunto luoghi come il Panorama Bar di Berlino, il Sonar Off Carousel a Barcellona, label come M.O.S. ed Opal Tapes. Non è da dimenticare la collaborazione con Kevin Freelance sotto l’alias di PHREEQ.
É cosi che funziona con Marco: implacabile e costantemente audace, capace di raggiungere obbiettivi sempre più elevati. Se il talento è vero e puro, non può che essere cosi.